(Acrilico su tela cm 50 x 40)
Il Falso d’autore ispirato
All’opera originale:
Maggio 1890
Olio su tela cm 92 x 73
Otterlo, Kroller-Muller Museum
In una lettera del 16 giugno 1890 per l’amico Gauguin e mai spedita, Van Gogh scrive:
“Un cielo notturno con una luna senza splendore, una falce sottile sottile che emerge dall’ombra opaca proiettata dalla terra, una stella con uno splendore esagerato, se vuole, uno splendore dolce di rosa e verde di un cielo oltremare sul quale corrono le nuvole. In basso una strada bordata di alte canne gialle, dietro le quali delle Alpi basse e azzurre, una vecchia locanda con le finestre illuminate e un altissimo cipresso dritto e cupo. Sulla strada una carrozza gialla tirata da un cavallo bianco e due ritardatari che camminano. Molto romantico, se vuole, ma creda anche molto provenzale.”
Il pennello si muove con ondulazione e ritmo circolare, determinando un frenetico groviglio; la tensione della linea è qui presente in tutto il suo vigore, sintetizzando con grande espressività le care atmosfere della Provenza e le profonde evoluzioni emotive di un paesaggio interiorizzato e vissuto nell’intimità.
venerdì 8 maggio 2009
sabato 25 aprile 2009
Banchina sul Rodano con imbarcazioni cariche di carbone e scaricatori - Van Gogh (falso d'autore)
(Acrilico su tela cm 25 x 35)
Falso d'autore ispirato all'opera originale:
Agosto 1888
Olio su tela, cm 71 x 95
Annapolis , collezione Carleton Mitchell
Nella Provenza, Van Gogh riprende a lavorare con una certa costanza, stimolato dalle luci e dai caldi tramonti sul fiume Rodano. Il dipinto, che ritrae la vita degli scaricatori di carbone dalle piccole imbarcazioni, viene esaltato dalla consistenza e dalla compattezza del colore, che trasportano sulla tela tutta la densità della materia, creando vibranti suggestioni nell’atmosfera di sintesi del paesaggio.
Agosto 1888
Olio su tela, cm 71 x 95
Annapolis , collezione Carleton Mitchell
Nella Provenza, Van Gogh riprende a lavorare con una certa costanza, stimolato dalle luci e dai caldi tramonti sul fiume Rodano. Il dipinto, che ritrae la vita degli scaricatori di carbone dalle piccole imbarcazioni, viene esaltato dalla consistenza e dalla compattezza del colore, che trasportano sulla tela tutta la densità della materia, creando vibranti suggestioni nell’atmosfera di sintesi del paesaggio.
La sedia di Vincent - Van Gogh (falso d'autore)
(Acrilico su tela cm 50 x 40)
Il Falso d'autore ispirato all'opera originale:
Novembre-Dicembre 1888
Olio su tela, cm 93 x 73,5
Londra, National Gallery
A pochi mesi di distanza dalla realizzazione dell’opera la “Stanza di Van Gogh” Vincent realizza altri due quadri: la Sedia di Vincent e la Sedia di Gauguin. Il pittore attraversa un periodo di relativa gioia e, come nella stanza da letto, trasmette un’impressione di grande serenità. I due dipinti dalla composizione estremamente semplice, sono altresì contraddistinti da profondi significati allusivi. La sedia rustica, da contadini, in legno chiaro e sbozzato ruvidamente, con il sedile impagliato, appoggiata su un pavimento in cotto, con la pipa e il cartoccio del tabacco, davanti ad una cassa contenente dei girasoli, è la sedia di Vincent, ne rispecchia lo stile di vita, semplice e realistico; l’altra è una sedia più elegante, elaborata, col sedile in stoffa verde, quasi una poltrona appoggiata su un pavimento a colori, con una candela accesa e due libri, e si addice alla personalità più colta ed esigente di Gauguin. E’ così che Van Gogh trasforma un semplice motivo da natura morta in una sapiente composizione di colori , superfici, piani e linee diverse e marcate in un quadro di per sé armonioso dove la sedia, sistemata in diagonale, è colta in primo piano, quasi fosse un ritratto a tutti gli effetti.
Olio su tela, cm 93 x 73,5
Londra, National Gallery
A pochi mesi di distanza dalla realizzazione dell’opera la “Stanza di Van Gogh” Vincent realizza altri due quadri: la Sedia di Vincent e la Sedia di Gauguin. Il pittore attraversa un periodo di relativa gioia e, come nella stanza da letto, trasmette un’impressione di grande serenità. I due dipinti dalla composizione estremamente semplice, sono altresì contraddistinti da profondi significati allusivi. La sedia rustica, da contadini, in legno chiaro e sbozzato ruvidamente, con il sedile impagliato, appoggiata su un pavimento in cotto, con la pipa e il cartoccio del tabacco, davanti ad una cassa contenente dei girasoli, è la sedia di Vincent, ne rispecchia lo stile di vita, semplice e realistico; l’altra è una sedia più elegante, elaborata, col sedile in stoffa verde, quasi una poltrona appoggiata su un pavimento a colori, con una candela accesa e due libri, e si addice alla personalità più colta ed esigente di Gauguin. E’ così che Van Gogh trasforma un semplice motivo da natura morta in una sapiente composizione di colori , superfici, piani e linee diverse e marcate in un quadro di per sé armonioso dove la sedia, sistemata in diagonale, è colta in primo piano, quasi fosse un ritratto a tutti gli effetti.
La stanza - Van Gogh (falso d'autore)
(Acrilico su tela cm 40 x 50)
Il Falso d'autore ispirato all'opera originale:
Ottobre 1888
Olio su tela, cm 72 x 90
Amsterdam, Van Gogh Museum
“Ho un’idea nuova, semplicemente la stanza da letto, solo che qui il colore deve fare tutto, dando con la sua semplificazione un più grandioso stile alle cose, deve suggerire il riposo o il sonno in generale. Insomma la sua vista deve far riposare la testa o piuttosto l’immaginazione” (lettera di Van Gogh al fratello Theo).
A Gauguin scrive “Ho fatto un quadro della mia camera da letto ad Arles, con i mobili in legno bianco come sapete (per dare un tono di personalizzazione li dipingerà gialli). Ebbene mi ha molto divertito fare questo interno senza niente, di una semplicità alla Seraut; a tinte piatte, ma date grossolanamente senza sciogliere il colore….Avrei voluto esprimere il riposo assoluto attraverso questi toni così diversi e tra i quali non vi è che una piccola nota di bianco nello specchio incorniciato di nero…”
Anche in questo caso Vincent ha la consapevolezza di aver realizzato un capolavoro. E’ il racconto della sua vita, lo specchio della sua interiorità. Mette sul tavolino gli oggetti poveri della necessaria quotidianità, ma sono i suoi e questo basta. Comunque, dal suo punto di vista essi hanno una propria anima e, quindi, non si tratta soltanto di un esercizio di prospettiva bensì del riuscito tentativo di identificarsi con un proprio oggetto, spoglio ed essenziale così come si sente chi lo possiede.
Olio su tela, cm 72 x 90
Amsterdam, Van Gogh Museum
“Ho un’idea nuova, semplicemente la stanza da letto, solo che qui il colore deve fare tutto, dando con la sua semplificazione un più grandioso stile alle cose, deve suggerire il riposo o il sonno in generale. Insomma la sua vista deve far riposare la testa o piuttosto l’immaginazione” (lettera di Van Gogh al fratello Theo).
A Gauguin scrive “Ho fatto un quadro della mia camera da letto ad Arles, con i mobili in legno bianco come sapete (per dare un tono di personalizzazione li dipingerà gialli). Ebbene mi ha molto divertito fare questo interno senza niente, di una semplicità alla Seraut; a tinte piatte, ma date grossolanamente senza sciogliere il colore….Avrei voluto esprimere il riposo assoluto attraverso questi toni così diversi e tra i quali non vi è che una piccola nota di bianco nello specchio incorniciato di nero…”
Anche in questo caso Vincent ha la consapevolezza di aver realizzato un capolavoro. E’ il racconto della sua vita, lo specchio della sua interiorità. Mette sul tavolino gli oggetti poveri della necessaria quotidianità, ma sono i suoi e questo basta. Comunque, dal suo punto di vista essi hanno una propria anima e, quindi, non si tratta soltanto di un esercizio di prospettiva bensì del riuscito tentativo di identificarsi con un proprio oggetto, spoglio ed essenziale così come si sente chi lo possiede.
Notte stellata - Van Gogh (falso d'autore)
(Acrilico su tela cm 80 x 100)
Giugno 1889
Olio su tela, cm 73x 92
New York, Museum of Modern Art
A Saint–Remy–de-Provence, presso l’ospedale psichiatrico di Saint Paul–de-Mausol, dove volontariamente si è fatto ricoverare, Van Gogh vive fasi alterne, passando da periodi di iperattività a lunghe pause di profonda depressione. All’aperto accompagnato da un sorvegliante, dipinge il capolavoro visionario della Notte Stellata. Il delirio emotivo con la frenesia di vortici, linee ondulate e fasci dinamici caratterizzati da una tensione grafica estrema, mette a nudo la propria anima fino a confonderla nell’opera d’arte, dove la valenza simbolica della pittura è chiaramente avvertibile.
Olio su tela, cm 73x 92
New York, Museum of Modern Art
A Saint–Remy–de-Provence, presso l’ospedale psichiatrico di Saint Paul–de-Mausol, dove volontariamente si è fatto ricoverare, Van Gogh vive fasi alterne, passando da periodi di iperattività a lunghe pause di profonda depressione. All’aperto accompagnato da un sorvegliante, dipinge il capolavoro visionario della Notte Stellata. Il delirio emotivo con la frenesia di vortici, linee ondulate e fasci dinamici caratterizzati da una tensione grafica estrema, mette a nudo la propria anima fino a confonderla nell’opera d’arte, dove la valenza simbolica della pittura è chiaramente avvertibile.
Fritillarie in un vaso di rame - Van Gogh (falso d'autore)
(Acrilico su tela cm 70 x 50)
Aprile-Maggio 1887
Olio su tela, cm 73,5 x 60,5
Parigi, Musée d’Orsay
Durante gli anni che Van Gogh trascorre a Parigi, ogni artista d’avanguardia si definisce impressionista. Il termine, che deriva dal dipinto “impressione, levar del sole” di Claude Monet, esposto nel 1874 in una mostra collettiva, fu dato dalla critica conservativa dell’epoca per definire - in modo spregiativo – tutto il gruppo di artisti che insoddisfatti dell’evolversi della pittura si contrapponevano alla linea accademica e invocavano un rinnovamento dell’arte. Secondo gli impressionisti, le forme ed i colori non devono essere dipinti secondo una visone filtrata dalla razionalità, come si insegnava in accademia, bensì come appaiono in realtà. L’attenuazione dei contorni netti, la luce tremolante e il cromatismo delle ombre rappresentano, sostanzialmente, le conquiste degli impressionisti. I colori non vengono più mescolati nella tavolozza, ma disposti a macchioline o a piccole linee sulla tela producendo, allo sguardo dell’osservatore, una rappresentazione di grande effetto. Nasce, quindi, dai neo-impressionisti, tra i quali Georges Seraut il “Pointillisme”. Van Gogh, che ne percepisce l’influsso, sperimenta i nuovi metodi nella sua pittura spingendosi, da subito, oltre i principi dell’Impressionismo. Attraverso l’uso del colore, Van Gogh desidera rendere le proprie sensazioni, arrivando a descrivere la successione delle pennellate come “parole di un discorso o di una lettera”. In questo dipinto, il contrasto tra i colori complementari dei fiori arancioni e dello sfondo blu viene esaltato dalla tecnica mista adoperata: il puntinato per lo sfondo, brevi e grosse pennellate per il vaso e le fritillarie, nel tentativo di “rendere colori intensi, non una grigia armonia”.
Olio su tela, cm 73,5 x 60,5
Parigi, Musée d’Orsay
Durante gli anni che Van Gogh trascorre a Parigi, ogni artista d’avanguardia si definisce impressionista. Il termine, che deriva dal dipinto “impressione, levar del sole” di Claude Monet, esposto nel 1874 in una mostra collettiva, fu dato dalla critica conservativa dell’epoca per definire - in modo spregiativo – tutto il gruppo di artisti che insoddisfatti dell’evolversi della pittura si contrapponevano alla linea accademica e invocavano un rinnovamento dell’arte. Secondo gli impressionisti, le forme ed i colori non devono essere dipinti secondo una visone filtrata dalla razionalità, come si insegnava in accademia, bensì come appaiono in realtà. L’attenuazione dei contorni netti, la luce tremolante e il cromatismo delle ombre rappresentano, sostanzialmente, le conquiste degli impressionisti. I colori non vengono più mescolati nella tavolozza, ma disposti a macchioline o a piccole linee sulla tela producendo, allo sguardo dell’osservatore, una rappresentazione di grande effetto. Nasce, quindi, dai neo-impressionisti, tra i quali Georges Seraut il “Pointillisme”. Van Gogh, che ne percepisce l’influsso, sperimenta i nuovi metodi nella sua pittura spingendosi, da subito, oltre i principi dell’Impressionismo. Attraverso l’uso del colore, Van Gogh desidera rendere le proprie sensazioni, arrivando a descrivere la successione delle pennellate come “parole di un discorso o di una lettera”. In questo dipinto, il contrasto tra i colori complementari dei fiori arancioni e dello sfondo blu viene esaltato dalla tecnica mista adoperata: il puntinato per lo sfondo, brevi e grosse pennellate per il vaso e le fritillarie, nel tentativo di “rendere colori intensi, non una grigia armonia”.
Donna con il parasole girata verso sinistra - Claude Monet (falso d'autore)
(Acrilico su tela cm 50 x 35)
Settembre 1888
Olio su tela, cm 131 x 78
Parigi, Musée d’Orsay
Nel 1886 a Giverny in Normandia, Claude Monet, prova, dopo molti anni, a riprodurre nuovamente la figura umana inserita nel paesaggio. Dallo studio scaturiscono due grandi quadri denominati anche “saggi di figura en plain air” rappresentati, appunto, dalla “donna con parasole girata verso sinistra” ed il pendant “donna con il parasole girata a destra”. Entrambi sono stati concepiti come studi sui valori luminosi in un dipinto di figura e riprendono la figliastra Suzanne Hoschedé con il parasole in piedi su un prato fiorito. Il risultato sarà armonioso e originale incentrato intorno all’inquadratura ravvicinata della figura che si staglia contro il cielo azzurro, che possiede le medesime caratteristiche fisiche del paesaggio con il quale si confonde, perdendo, persino, i tratti del volto. La tonalità è chiara e splendente anche se il prato è costituito da una vasta gamma di colori: gialli, rosa, viola e verdi che la mente registra e restituisce in un’unica impressione di colore omogeneo.
Olio su tela, cm 131 x 78
Parigi, Musée d’Orsay
Nel 1886 a Giverny in Normandia, Claude Monet, prova, dopo molti anni, a riprodurre nuovamente la figura umana inserita nel paesaggio. Dallo studio scaturiscono due grandi quadri denominati anche “saggi di figura en plain air” rappresentati, appunto, dalla “donna con parasole girata verso sinistra” ed il pendant “donna con il parasole girata a destra”. Entrambi sono stati concepiti come studi sui valori luminosi in un dipinto di figura e riprendono la figliastra Suzanne Hoschedé con il parasole in piedi su un prato fiorito. Il risultato sarà armonioso e originale incentrato intorno all’inquadratura ravvicinata della figura che si staglia contro il cielo azzurro, che possiede le medesime caratteristiche fisiche del paesaggio con il quale si confonde, perdendo, persino, i tratti del volto. La tonalità è chiara e splendente anche se il prato è costituito da una vasta gamma di colori: gialli, rosa, viola e verdi che la mente registra e restituisce in un’unica impressione di colore omogeneo.
Notte stellata sul Rodano - Van Gogh (falso d'autore)
(Acrilico su tela cm 70 x 89.50)
Il Falso d'autore ispirato all'opera originale:
Settembre 1888
Olio su tela, cm 72,5 x 92
Parigi, Musée d’Orsay
“…. mi dà un immenso piacere dipingere la notte direttamente sul luogo. Una volta si disegnava e si dipingeva un quadro il giorno dopo aver fatto il disegno. Ma io amo dipingere i soggetti dal vivo” (in una lettera al fratello Theo, Van Gogh, manifesta il desiderio di dipingere finalmente un cielo stellato). Con l’aiuto di una lampada a gas, nel settembre 1888 sulla riva del Rodano, in direzione del ponte di Trinquetaille, ritrae il cielo stellato dove le lunghe luci della città si riflettono in lunghe striature sulla superficie dell’acqua, mentre il chiarore delle stelle soprattutto quelle dell’Orsa Maggiore, si rifrange in raggi. Il tutto è evidenziato dall’effetto cromatico ricco di contrasti sapientemente creato dalle ampie pennellate
Settembre 1888
Olio su tela, cm 72,5 x 92
Parigi, Musée d’Orsay
“…. mi dà un immenso piacere dipingere la notte direttamente sul luogo. Una volta si disegnava e si dipingeva un quadro il giorno dopo aver fatto il disegno. Ma io amo dipingere i soggetti dal vivo” (in una lettera al fratello Theo, Van Gogh, manifesta il desiderio di dipingere finalmente un cielo stellato). Con l’aiuto di una lampada a gas, nel settembre 1888 sulla riva del Rodano, in direzione del ponte di Trinquetaille, ritrae il cielo stellato dove le lunghe luci della città si riflettono in lunghe striature sulla superficie dell’acqua, mentre il chiarore delle stelle soprattutto quelle dell’Orsa Maggiore, si rifrange in raggi. Il tutto è evidenziato dall’effetto cromatico ricco di contrasti sapientemente creato dalle ampie pennellate
Esterno di caffè di notte in place du forum - Van Gogh (falso d'autore)
(Acrilico su tela cm 100 x 80)
Il Falso d'autore ispirato all'opera originale:
Settembre 1888
Olio su tela, cm 81 x 65,5
Otterlo, Kroller–Muller Museum
Nelle notti ancora miti dell’estate 1888, Van Gogh trascorre molto tempo all’aperto per cogliere le speciali impressioni della natura sotto la volta blu del cielo stellato. Piazza il cavalletto di notte in Place du Forum, per dipingere la terrazza del “Grand Cafè du Forum”, al centro di Arles. Lo slancio creativo di Van Gogh è incontenibile e infonde alla scena notturna del caffé un tono gaio: vede la notte più vivace e ricca di colori del giorno. Sotto un’immensa lanterna a gas, posta sulla terrazza rossa di legno del caffé, figure scure e anonime stanno sedute a piccoli e rotondi tavolini di un giallo-verde pallido. La luce artificiale illumina il fronte dell’edificio e il marciapiede di giallo, arancione e marrone, e getta una luce sulle pietre del selciato stradale che assume anche un colore rosso violaceo. A fianco del caffé e di fronte ad un albero verde c’è la strada Rue du Palais che conduce verso l’oscurità dello sfondo, dove solo alcune finestre degli edifici sono debolmente illuminate. Su tutto fa da contrasto il terso cielo blu notte punteggiato di stelle che sembrano esplodere come un fuoco d’artificio. Un aneddoto celebre ma poco attendibile vuole che Van Gogh abbia dipinto il quadro alla luce di molte candele che aveva fissato alla larga tesa del suo cappello di paglia.
Il Falso d'autore ispirato all'opera originale:
Settembre 1888
Olio su tela, cm 81 x 65,5
Otterlo, Kroller–Muller Museum
Nelle notti ancora miti dell’estate 1888, Van Gogh trascorre molto tempo all’aperto per cogliere le speciali impressioni della natura sotto la volta blu del cielo stellato. Piazza il cavalletto di notte in Place du Forum, per dipingere la terrazza del “Grand Cafè du Forum”, al centro di Arles. Lo slancio creativo di Van Gogh è incontenibile e infonde alla scena notturna del caffé un tono gaio: vede la notte più vivace e ricca di colori del giorno. Sotto un’immensa lanterna a gas, posta sulla terrazza rossa di legno del caffé, figure scure e anonime stanno sedute a piccoli e rotondi tavolini di un giallo-verde pallido. La luce artificiale illumina il fronte dell’edificio e il marciapiede di giallo, arancione e marrone, e getta una luce sulle pietre del selciato stradale che assume anche un colore rosso violaceo. A fianco del caffé e di fronte ad un albero verde c’è la strada Rue du Palais che conduce verso l’oscurità dello sfondo, dove solo alcune finestre degli edifici sono debolmente illuminate. Su tutto fa da contrasto il terso cielo blu notte punteggiato di stelle che sembrano esplodere come un fuoco d’artificio. Un aneddoto celebre ma poco attendibile vuole che Van Gogh abbia dipinto il quadro alla luce di molte candele che aveva fissato alla larga tesa del suo cappello di paglia.
Ramo di mandorlo in fiore in un bicchiere d'acqua con libro - Van Gogh (falso d'autore)
(Acrilico su tela cm 24.50 x 19.50)
Il Falso d'autore ispirato all'opera originale:
Marzo 1888
Olio su tela cm 24 x 19
Giappone, Collezione privata
L’opera realizzata da Van Gogh ad Arles è al contempo semplice e raffinata. Siamo ormai lontani dai vasi di fiori eseguiti a Parigi, solenni e traboccanti di colore. Vincent impernia l’opera su un gioco di pieni e vuoti, con la rappresentazione di superfici riflettenti, create dal bicchiere con l’acqua, elemento comune a molti pittori impressionisti. L’attenzione maggiore è imperniata, però, sul protagonista della scena, il rametto di mandorlo, i cui gruppi di boccioli bianchi e rosa riempiono il quadro di vita. Il piano di appoggio, sul quale è posto anche un vecchio libro rosa-lilla, e la parete di fondo sono dipinti in maniera sommaria; il primo è abbozzato attraverso rapide pennellate di un luminoso giallo pallido, la superficie del muro, più rifinita, è eseguita in modo piatto con brevi pennellate creando una variazione di tono dal blu all’azzurro. La realizzazione trasferisce all’immagine equilibrio, sobrietà e delicatezza.
Il Falso d'autore ispirato all'opera originale:
Marzo 1888
Olio su tela cm 24 x 19
Giappone, Collezione privata
L’opera realizzata da Van Gogh ad Arles è al contempo semplice e raffinata. Siamo ormai lontani dai vasi di fiori eseguiti a Parigi, solenni e traboccanti di colore. Vincent impernia l’opera su un gioco di pieni e vuoti, con la rappresentazione di superfici riflettenti, create dal bicchiere con l’acqua, elemento comune a molti pittori impressionisti. L’attenzione maggiore è imperniata, però, sul protagonista della scena, il rametto di mandorlo, i cui gruppi di boccioli bianchi e rosa riempiono il quadro di vita. Il piano di appoggio, sul quale è posto anche un vecchio libro rosa-lilla, e la parete di fondo sono dipinti in maniera sommaria; il primo è abbozzato attraverso rapide pennellate di un luminoso giallo pallido, la superficie del muro, più rifinita, è eseguita in modo piatto con brevi pennellate creando una variazione di tono dal blu all’azzurro. La realizzazione trasferisce all’immagine equilibrio, sobrietà e delicatezza.
Salici al tramonto- Van Gogh (falso d'autore)
(Acrilico su tela cm 31.5 x 34.5)
Il Falso d'autore ispirato all'opera originale:
Autunno 1888
Olio su tela applicata su cartone, cm 31,5 x 34,5
Otterlo, Kroller-Muller Museum
Il quadro fu dipinto da Van Gogh in Provenza nell’autunno del 1888. Ad Arles, nel sud della Francia, egli sente di poter realizzare la sua vocazione di pittore nell’esperienza della natura soprattutto per effetto di un “sole più forte” e di un’ “altra luce”. L’immagine dell’opera è di una straordinaria forza, dotata di grande impatto emotivo. Una striscia azzurra centrale, contro cui si stagliano, le sagome semplificate dei salici, sintetizzate in poche righe marroni, fa da spartiacque tra il cielo ed il campo, due zone di colore caldo, cariche di rossi, arancio e gialli. Il sole, un disco da cui partono lunghe striature, irradia forza ed energia. L’erba alta e secca con i suoi marroni, rossi, arancio e verdi è posta in primo piano per bilanciare la potenza di un simile cielo. Van Gogh è in una fase frenetica ed il suo ritmo lavorativo lo trova in piena evoluzione di stile. In una lettera al fratello Theo dichiarava di avere “deciso di non disegnare più il quadro con il carboncino. Non serve a niente; se si vuole un buon disegno, si deve seguire direttamente con il colore”.
Autunno 1888
Olio su tela applicata su cartone, cm 31,5 x 34,5
Otterlo, Kroller-Muller Museum
Il quadro fu dipinto da Van Gogh in Provenza nell’autunno del 1888. Ad Arles, nel sud della Francia, egli sente di poter realizzare la sua vocazione di pittore nell’esperienza della natura soprattutto per effetto di un “sole più forte” e di un’ “altra luce”. L’immagine dell’opera è di una straordinaria forza, dotata di grande impatto emotivo. Una striscia azzurra centrale, contro cui si stagliano, le sagome semplificate dei salici, sintetizzate in poche righe marroni, fa da spartiacque tra il cielo ed il campo, due zone di colore caldo, cariche di rossi, arancio e gialli. Il sole, un disco da cui partono lunghe striature, irradia forza ed energia. L’erba alta e secca con i suoi marroni, rossi, arancio e verdi è posta in primo piano per bilanciare la potenza di un simile cielo. Van Gogh è in una fase frenetica ed il suo ritmo lavorativo lo trova in piena evoluzione di stile. In una lettera al fratello Theo dichiarava di avere “deciso di non disegnare più il quadro con il carboncino. Non serve a niente; se si vuole un buon disegno, si deve seguire direttamente con il colore”.
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