sabato 25 aprile 2009

Fritillarie in un vaso di rame - Van Gogh (falso d'autore)

(Acrilico su tela cm 70 x 50)

Il Falso d'autore ispirato all'opera originale:
Aprile-Maggio 1887
Olio su tela, cm 73,5 x 60,5
Parigi, Musée d’Orsay

Durante gli anni che Van Gogh trascorre a Parigi, ogni artista d’avanguardia si definisce impressionista. Il termine, che deriva dal dipinto “impressione, levar del sole” di Claude Monet, esposto nel 1874 in una mostra collettiva, fu dato dalla critica conservativa dell’epoca per definire - in modo spregiativo – tutto il gruppo di artisti che insoddisfatti dell’evolversi della pittura si contrapponevano alla linea accademica e invocavano un rinnovamento dell’arte. Secondo gli impressionisti, le forme ed i colori non devono essere dipinti secondo una visone filtrata dalla razionalità, come si insegnava in accademia, bensì come appaiono in realtà. L’attenuazione dei contorni netti, la luce tremolante e il cromatismo delle ombre rappresentano, sostanzialmente, le conquiste degli impressionisti. I colori non vengono più mescolati nella tavolozza, ma disposti a macchioline o a piccole linee sulla tela producendo, allo sguardo dell’osservatore, una rappresentazione di grande effetto. Nasce, quindi, dai neo-impressionisti, tra i quali Georges Seraut il “Pointillisme”. Van Gogh, che ne percepisce l’influsso, sperimenta i nuovi metodi nella sua pittura spingendosi, da subito, oltre i principi dell’Impressionismo. Attraverso l’uso del colore, Van Gogh desidera rendere le proprie sensazioni, arrivando a descrivere la successione delle pennellate come “parole di un discorso o di una lettera”. In questo dipinto, il contrasto tra i colori complementari dei fiori arancioni e dello sfondo blu viene esaltato dalla tecnica mista adoperata: il puntinato per lo sfondo, brevi e grosse pennellate per il vaso e le fritillarie, nel tentativo di “rendere colori intensi, non una grigia armonia”.

Nessun commento:

Posta un commento